1° CONGRESSO NAZIONALE IDV
Ciao a tutti in occasione del 1° Congresso Nazionale ITALIA DEI VALORI
sono lieto di ospitare il servizio realizzato da Lorenzo Margheri.
Il 5, 6 e 7 febbraio anche noi militanti dell’Idv di Scandicci abbiamo partecipato al primo congresso nazionale del movimento-partito che si è tenuto a Roma.
Un’esperienza (la prima per tutti noi) importante e formativa che sicuramente ci ha segnato e ci ha dato nuovi stimoli per portare avanti tutte le battaglie intraprese fin qui.
Il partito è cresciuto molto in questi dieci anni: i risultati ottenuti alle elezioni nazionali del 2006 e l’8% raggiunto alle europee hanno creato l’esigenza di strutturarsi, di cercare persone capaci e amanti della propria terra e della propria Patria che vogliano cambiare questo Paese “malato”, di sviluppare nuove idee e ridefinire gli obiettivi. Ma la prova più grande a cui sono stati chiamati i vertici dell’Italia dei Valori è stata quella di portare all’interno del partito quei criteri di democraticità necessari a sviluppare un nuovo percorso politico e a rispondere alle richieste di trasparenza giustamente pretese dai suoi iscritti ed elettori.
La prova di democraticità c’è stata e si è concretizzata non solo nel voto unanime che ha riconfermato Di Pietro presidente, ma anche in altri momenti del congresso, a partire dall’elezione dei COORDINATORI NAZIONALI DEI DIPARTIMENTI DONNE e GIOVANI.
Per le donne è stata scelta la senatrice Patrizia Bugnano, mentre per la Giovanile ha vinto il nostro corregionale Rudi Russo, classe ’82.
Ma la prova più grande è stata affrontata dall’intera assemblea quando Di Pietro ha chiesto a tutti i delegati di prendere una decisione delicata come quella di scegliere se appoggiare o meno il candidato Pd, De Luca, alla prossime elezioni regionali in Campania. Una questione complessa, vista la situazione giudiziaria del primo cittadino salernitano, indagato per truffa e concussione.
De Luca è intervenuto personalmente sabato pomeriggio, davanti ad una sala gremita di persone che avrebbe potuto far vacillare la coalizione con il Pd nel Sud. Il sindaco di Salerno ha saputo toccare le corde giuste e, alla fine, i delegati hanno deciso di appoggiare la sua candidatura, a patto che De Luca rinunci alla poltrona di governatore, qualora arrivasse una sentenza di condanna, anche di primo grado.
Una scelta difficile, quella dei delegati, che hanno così deciso di dare fiducia ai propri alleati, ma senza rinunciare a quei principi fondanti che sono la trasparenza, l’etica, la lealtà e la fedeltà alle promesse fatte.
Durante il congresso si sono succeduti sul palco molte personalità di spicco, da Franco Grillini, presidente dell’Arcigay, a Gioacchino Genchi, da Sonia Alfano a Luigi De Magistris a Guy Verhofstadt, presidente dell’Alleanza dei Democratici e Liberali per l’Europa e molti altri ancora.
E ognuno di loro ha saputo trasmettere all’assemblea il CORAGGIO DI ESSERE LIBERI. Con semplici parole ci hanno regalato forti emozioni e hanno saputo rappresentare la voglia di fare una politica diversa, lontana dai soliti discorsi che siamo abituati a sentire dalla Casta!
Durante la giornata di sabato, sono saliti sul palco anche i rappresentanti di tutte le regioni e quello degli italiani all’estero.
Ognuno di loro a portato una mozione per contribuire all’arricchimento del patrimonio programmatico del partito. Attraverso il racconto delle loro esperienze sul territorio, delle loro iniziative e delle loro proposte, si è compiuto quel processo democratico che tutti i delegati, tutti gli osservatori, tutti i simpatizzanti avevano chiesto al partito.
Il Congresso nazionale si è concluso con la conferma di Di Pietro alla presidenza del partito.
Un risultato tanto scontato quanto giusto. Chi meglio di lui potrebbe guidare la nave dell’Italia dei Valori e tutta la sua ciurma in porto? Parliamoci chiaro: al momento non esiste alcuna figura altrettanto carismatica ed esperta che porti avanti il progetto definito durante l’assemblea nazionale. Lo ha dimostrato il fatto che nessuno si sia candidato alla presidenza dell’Idv, eccezion fatta per Barbato, anche se la sua candidatura ricordava più il sacrificio di Giuda, costretto a tradire Gesù perché la Sua volontà trovasse compimento. Ma Barbato non ce l’ha fatta e alla fine si è ritirato dalla corsa. Non poteva essere altrimenti.
Standing ovation, quindi, per il fondatore di un movimento che in dieci anni si è fatto partito e adesso affronta la sua più grande sfida: costruire l’ALTERNATIVA di governo. Ed è stato proprio questo il punto cardine su cui, per tutte e tre le giornate, Di Pietro si è prodigato. Il messaggio è stato chiaro: il partito è cresciuto perché i cittadini liberi hanno voluto premiare il nostro modo di fare un’opposizione coerente ed intransigente, mettendo al primo posto la questione morale e l’interesse generale anziché quello corporativistico. Ma se vogliamo continuare a crescere, non possiamo più continuare a parlare solo alla pancia del paese, non possiamo più permetterci di agire solo come un partito d’opposizione. Di Pietro è tornato spesso ha sottolineare il fatto che dovremo sviluppare idee e soluzioni per dare risposte concrete a tutti quei lavoratori che oggi stanno perdendo il lavoro, a tutti i precari che non possono progettarsi un futuro, a tutti quei giovani talentuosi che per non subire l’umiliazione di un sistema gerontocratico se ne vanno all’estero alla ricerca di un po’ di meritocrazia. Dovremmo rispondere ai cittadini onesti che pagano le tasse e che si sentono traditi da un sistema politico istituzionale che premia i furbi, gli evasori, i disonesti.
Oggi non possiamo più permetterci di dire solo no, dobbiamo anche saper proporre valide soluzioni per dimostrare che L’Italia dei valori è un’ALTERNATIVA CREDIBILE.
E l’alternativa si costruisce con un programma di governo e con persone capaci, qualificate, serie e corrette. E tutti coloro che hanno partecipato al congresso hanno capito che abbiamo tutte le carte per vincere questa partita.
Ma Di Pietro ha detto un’altra cosa molto importante: “da soli non si fanno figli”, riferendosi alla necessità di allearsi con il Pd di Bersani, spettatore sabato mattina insieme a Nicki Vendola, Ferrero, Diliberto e gli altri esponenti delle associazioni sindacali. Il leader Idv lo ha sottolineato, consapevole del fatto che a volte la convivenza con il Pd può non essere sempre rosa e fiori, ma nonostante ciò resta fondamentale per mandare a casa il Berlusconi.
Anche in questo caso Di Pietro è stato chiaro: siamo alleati, il compromesso è inevitabile, ma cammineremo al fianco del Pd e non certo dietro facendoci oscurare dalla loro ombra.
Confermando Di Pietro, gli oltre 3600 delegati hanno scelto anche un programma. Un programma di 76 pagine, sintetizzato in 11 punti con proposte concrete sul tema del lavoro, dell’economia, l’immigrazione, la giustizia e la sicurezza, l’informazione, la famiglia e i diritti umani, la sanità, l’istruzione e la ricerca, l’ambiente, la politica estera e le necessarie riforme istituzionali.
Questo programma è consultabile sul sito dell’Idv e sul blog di Di Pietro, ma ne abbiamo anche una
copia in Comune che sarà consultabile e saremo sempre disponibili a chiarire ogni dubbio.
Di Pietro ha affermato pure che non è geloso della sua creatura, non è invidioso di suo figlio e vuole vedere presto il suo partito camminare con le proprie gambe e sarà pronto a farsi da parte quando i tempi saranno maturi.
In conclusione sono stati tre giorni ricchi contrassegnati dal consolidamento dei nostri VALORI, ma anche da una buona dose di real politik. Un’opportunità per confrontarsi ad ogni livello ed imparare ad ascoltare e a crescere.
Per contattarci: pieraccioli.franco@hotmail.it pieracciolif.italiadeivalori@gmail.com
martedì 9 febbraio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento